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lunedì 22 settembre 2014

Alle elezioni Provinciali di Vibo Valentia, il PD non presenta la lista.

Michele Mirabello - Lorenzo Guerini
Il Circolo di Sant'Onofrio ha ben poca influenza sugli esiti delle strategie politiche per la definizione del prossimo Consiglio Provinciale.
Per problemi interni, alle scorse elezioni comunali non fu infatti presentata una lista ispirata dal Partito Democratico.
Il PD santonofrese quindi non ha avuto voce in capitolo nella determinazione delle liste provinciali.

Tuttavia è bene ricordare come l'azzeramento del partito ha avuto conseguenze drammatiche, e diversi anni saranno necessari per riconquistare la fiducia dei santonofresi.

Non amiamo definirci né "renziani" né "cuperliani" o qualsiasi altro appellativo diverso da "democratici", pertanto questo messaggio non vuole essere in difesa o contro nessuno, certo è che però alcune osservazioni bisogna pur farle.

Mi riferisco al disconoscimento del simbolo del PD alle prossime elezioni provinciali, e più in generale alla negazione da parte del vicesegretario nazionale PD, On. Guerini, dell'esistenza di liste che facciano in qualche modo riferimento al PD alle prossime elezioni.


«Per questi motivi – sostiene Guerini – nello stigmatizzare le infelici scelte di tutta la classe dirigente del partito della provincia di Vibo Valentia, pur nell'impossibilità di ritirare il simbolo già depositato una volta scaduti i termini di presentazione delle liste, la segreteria nazionale del Pd prende atto che in occasione della competizione elettorale per il rinnovo degli organismi istituzionali della provincia di Vibo Valentia risultano candidati in due liste contrapposte amministratori locali iscritti al PD ma, al contempo, disconosce le liste presentate quali liste ufficiali del PD».

Questa semplice frase ha a mio avviso gravi implicazioni.
La prima è più rilevante è che alle prossime elezioni provinciali il PD non sarà rappresentato. Che in ogni caso eventuali consiglieri, incidentalmente tesserati al PD, saranno di fatto indipendenti dal partito nelle loro scelte. 

Altro punto che mi sconforta ogni volta è questa voglia di mettere in piazza questioni interne, una lettera dovrebbe essere privata e riservata, e visto che siamo nell'era della politica 2.0 basterebbe una telefonata. La lettera aperta/sui giornali si usa per denunciare un sopruso non per comunicare con un compagno.
Compagno, una parola che ormai viene pronunciata senza senso alle riunioni a cui partecipo. Compagno qui, compagno li... e poi zac... 'Na bella pugnalata pubblica, con schizzi di sangue da tutte la parti.

Questo modo di fare sta uccidendo la fiducia dei cittadini verso il partito, che in questo periodo di tesseramento sta riscuotendo ben poche adesioni, rispetto ai lustri del passato.


Se si voleva una lista unitaria, chi voleva una lista unitaria, avrebbe potuto farla realmente e senza alzare polveroni, sarebbe bastato utilizzare gli strumenti che forse qualche politico tech ha dimenticato.
Le famose riunioni, in cui chi invitato non partecipa è in torto, chi se ne va non ha ragione. E si resta a litigare e discutere senza uscire dalla stanza finché non si trova l'accordo, a costo di fare notte fonda. In ultima istanza ci sono i delegati e si vota, democraticamente, come si è sempre fatto.
Perché se questo sistema non funziona, vuol dire che è stato sbagliato non il sistema per la composizione delle liste provinciali, ma bisogna presumente che la composizione della segreteria non sia stata fatta in maniera democratica, che l'assemblea dei delegati che ha eletto segretario prima e segreteria dopo, non sia stata scelta secondo un metodi democratico.
Bisognerebbe ammettere che la scelta dei delegati provinciali non è avvenuta secondo metodi regolari.


Sarebbero una farsa le primarie... e di conseguenza sarebbe una presa in giro l'intero Partito Democratico.

Non è quello che penso.
E spero che i vibonesi vogliano, nonostante tutto, continuare a fare politica dall'interno perché la democrazia funziona.


Il segretario di Circolo
Giuseppe Ruffa

Per completezza riportiamo:
lettera di Guerini a Mirabello e Magorno (finita sui giornali)
risposta (aperta) di Mirabello

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